lunedì 24 ottobre 2016

25 anni di declino italiano:Da Ciampi (e Amato) fino a Renzi e al suo Referendum Costituzionale

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 Articolo di Cesare Corda per SakerItalia.it
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PS:<< La performance di crescita dei principali Paesi Europei e Mondiali dal 1995 ad oggi. Da quando sono iniziate le riforme liberiste, le privatizzazioni, lo smantellamento del Settore Pubblico e la progressiva demolizione delle Istituzioni Italiane nate nel Dopoguerra, l’Italia è all’ultimo posto mondiale per risultati di crescita.>>... assolutamente da leggere!
umberto marabese
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Secondo i dati diffusi dalla Banca Mondiale, nel periodo compreso tra i primi Anni Cinquanta e la fine degli Anni Ottanta, l’Italia si collocava al primo posto assoluto tra i Paesi Occidentali (e ad uno dei primi Posti a livello Mondiale) per crescita economica.
Sempre secondo i dati diffusi dalla Banca Mondiale, nel periodo che va dal 1995 ad oggi, l’Italia è invece all’ ultimo posto assoluto sul Pianeta per crescita economica. Cioè al primo posto per decrescita. Sarebbe sempre meglio tenere molto bene a mente questi due dati statistici, clamorosamente divergenti, quando si discute della Storia recente del nostro Paese:
E sforzarsi di capirli!....


AH, ITALIA!
Durante un recente soggiorno in Italia numerosi amici e conoscenti mi hanno chiesto un parere sul Referendum Costituzionale che si terrà il 4 Dicembre prossimo.
Premesso che reputo che valga senza alcun dubbio la pena di votare NO, ho sempre commentato che, per essere sincero, ritengo questo Referendum un evento abbastanza secondario e irrilevante per il destino della Nazione, che comunque è segnato. Si tratta solo di una delle tante tappe di un ben più lungo e continuativo processo di progressiva disarticolazione del nostro Sistema Paese, iniziato parecchi anni fa. A prescindere dal risultato del Referendum, il processo andrà avanti e sarà portato a termine.
Ammetto però che mi risulta sempre più difficile spiegare ai miei conoscenti italiani (soprattutto se residenti in Italia) il mio ormai quasi totale disinteresse per il teatrino della politica italiana. L’equidistanza e il disgusto per tutti i partiti e movimenti politici che vi si agitano, senza eccezione alcuna. La convinzione che facciano parte tutti di uno stesso gioco. La disillusione....
Non ho mai amato il ruolo dell’apatico. A ancora meno amo questa sensazione di progressiva e ineluttabile distanza dal mio Paese di origine. L’impressione di osservarlo sempre più da lontano.
Il tentativo di capire io stesso fino in fondo, e di far capire ai miei interlocutori, queste mie emozioni ha dato origine a discussioni prolungate ed è stato fonte di molte considerazioni riguardanti la politica Italiana nell’ultimo quarto di Secolo. Penso valga la pena di condividerle, accantonando per un po’ il discorso Referendum, che riprenderemo solo alla fine dell’esposizione.
TUTTO EBBE INIZIO IN UNA DACIA NELLA FORESTA DI BELAVEŽSKAJA
Per oltre 30 anni – dunque – dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha fatto registrare dati di crescita eccezionali, che hanno favorito una graduale e quasi completa diffusione del benessere nel Nostro Paese.
Poi, quasi all’improvviso e senza una spiegazione comprensibile, il Sistema Italia è andato completamente in tilt e siamo scivolati rapidamente dal primo all’ultimo posto negli indicatori di crescita. Situazione che dura ormai da quasi 25 anni e per la quale non si intravede ancora uno sbocco.
Cosa è successo a cavallo tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio degli Anni Novanta che possa giustificare un così immediato e radicale mutamento nei risultati del nostro Paese?
Teniamo presente una data: il 26 Dicembre 1991, giorno dello scioglimento ufficiale dell’Unione Sovietica.
Se non cerchiamo di capire come sia cambiato il Mondo dopo quella data, non riusciremo neanche a comprendere cosa sia conseguentemente accaduto nel nostro Paese.
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L’8 Dicembre del 1991 i Presidenti delle Repubbliche di Russia (Boris Nikolaevič Eltsin, a destra), Ucraina (Leonid Makarovyč Kravčuk, a sinistra) e Bielorussia (Stanislav Stanislavovič Šuškevič, al centro), in una dacia nella foresta di  Belavežskaja, presso Brest, seguendo i dettami dei loro interlocutori occidentali, siglarono l’accordo che avrebbe portato, meno di 3 settimane dopo, alla dissoluzione ufficiale dell’URSS. Le popolazioni dell’Europa Occidentale applaudirono tale evento, inconsce delle dure conseguenze che esso avrebbe presto portato nelle loro vite.
Prescindendo dall’aspetto ideologico, e concentrandoci solo sulle dinamiche causa-effetto, la fine dell’URSS è stata l’origine di quattro grandi conseguenze, negative in generale per buona parte del genere umano e deleterie in particolare per gli abitanti della nostra Penisola.
  1. A livello di geopolitica mondiale è finito il periodo dell’equilibrio tra due blocchi contrapposti ed è iniziato un periodo di instabilità crescente. Gli USA, per giustificare il proprio ruolo di “poliziotto globale” e per mantenere in vita la NATO (che avrebbe dovuto naturalmente sciogliersi in contemporanea con il Patto di Varsavia), hanno dovuto cercarsi (e spesso proprio inventarsi) sempre nuove minacce, nuovi nemici immaginari (Al Qaeda, ISIS) da attaccare, o fingere di attaccare. Per noi il risultato sono state sempre più guerre, più terrorismo e più migranti. Questo è l’esito della “Strategia del Pazzo” adottata dall’unica Superpotenza rimasta, che non riesce ad accettare il ritorno ad un Mondo multipolare.
  1. Al tempo stesso si è conclusa la contrapposizione tra modelli economico-sociali alternativi. Il capitalismo ha trionfato sul comunismo e, finalmente, ha avuto la possibilità di mostrare il suo volto più aggressivo. Se noi Europei Occidentali abbiamo conosciuto un periodo di benessere diffuso nella seconda metà del XX Secolo, ciò è dovuto principalmente al fatto che il sistema capitalista era costretto a sforzarsi di dimostrarsi migliore, più umano e più equo del sistema comunista. E quindi a redistribuire almeno in parte i profitti derivanti dalla endemica truffa che ne è all’origine. La stessa Costituzione Italiana e l’ossatura politica, economica e sociale dell’Italia (e degli altri Paesi dell’Europa Occidentale) del Dopoguerra si era formata da un compromesso tra i sostenitori dei due modelli. L’organizzazione capitalista dello Stato che ne era derivata era dunque molto mitigata ed edulcorata: esistevano in Italia un forte Settore Pubblico, un vero Stato Sociale e una Società e un’Opinione Pubblica poco inclini ad abbandonarsi al liberismo più selvaggio. Tutto ciò, con il crollo dell’URSS, è diventato per il sistema un costo superfluo da smantellare al più presto. Banalmente, proprio questo è il motivo principale per cui da 25 anni a questa parte stiamo sempre peggio: si stanno gradualmente riprendendo ciò che erano stati costretti controvoglia a concederci.
  1. É terminato definitivamente il periodo storico di centralità dell’Europa nel Mondo (durato molto meno di quanto noi siamo abituati a credere: solo pochi Secoli alla fine del Secondo Millennio). Durante la Guerra Fredda l’Europa era ancora l’aera più strategica e importante del pianeta. Perderla significava, per ciascuno dei due blocchi, perdere la partita a livello globale. Gli abitanti dell’Europa godevano quindi di uno status privilegiato. Con la fine della Guerra Fredda gli scenari sono cambiati. Come se la passino i Popoli Europei adesso importa molto meno ai padroni del Mondo.
  1. Anche all’interno dell’Europa gli equilibri tra i diversi Stati che ne fanno parte sono radicalmente mutati. Se nell’Europa Occidentale precedente alla caduta del muro (e nella allora CEE) il peso dei quattro Paesi principali: Francia, Germania Occidentale, Italia e Regno Unito era perlomeno paragonabile e nessuno di essi aveva la forza (e neanche l’intenzione, che allora sarebbe apparsa assurda) di prendere il sopravvento sugli altri, tutto è cambiato nella attuale UE. La nuova Germania Unita, più grande territorialmente, più popolosa, più forte, più centrale in ambito Europeo sia politicamente che geograficamente, ha iniziato a perseguire in modo sempre più esplicito l’obiettivo di creare un’Europa Germano-centrica (l’esagerato e sciagurato attivismo della Germania nelle Guerre della ex Jugoslavia e dell’Ucraina lo dimostra in modo assai chiaro). Gli USA, a loro volta, considerata la perdita di strategicità dell’Europa sul piano globale, sono stati ben lieti di delegarne il controllo al gendarme Tedesco, a patto del mantenimento della fedeltà Euro-Atlantica [1] (fedeltà garantita del resto proprio dal fatto che la Germania stessa è un Paese militarmente occupato dagli USA). Ne è nata un’Europa mostruosa, un’Idra deforme dominata politicamente e militarmente della testa Americana e dominata economicamente dalla testa Tedesca [2].
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VASSALLI, VALVASSORI E VALVASSINI
Cosa è successo nel frattempo in Italia?
Come è facilmente comprensibile, ciascuno di questi quattro contraccolpi, anche da solo, avrebbe comportato conseguenze negative per il nostro Paese. Presi tutti e quattro insieme il loro effetto è stato devastante.
Durante la Guerra Fredda l’Italia era un Paese a Sovranità Limitata (“limitata” significa non completa, ma anche non completamente assente), costretta al vassallaggio nei confronti degli USA, ma anche capace, in ambito Europeo, di far sentire la propria voce e di difendere i propri interessi.
Con la formazione della UE l’Italia è scalata dal ruolo di Vassallo a quello di Valvassore (e infine anche di Valvassino) e il Paese a Sovranità Limitata è diventato un Paese del tutto privo di Sovranità.
Se durante la “Prima Repubblica” i nostri politici (pur generalmente mediocri e corrotti) avevano ancora la facoltà, e a volte anche la forza e la volontà, di battersi nel contesto internazionale per fare valere gli interessi nazionali [3], ciò non è più stato possibile nella “Seconda Repubblica”.
L’Italia adesso è a tutti gli effetti una Colonia.
Quale è una delle caratteristiche principali delle colonie?
Quella che a governarle vengono imposti individui che sono tenuti a privilegiare gli interessi dei colonizzatori a discapito di quelli dei colonizzati.
Traditori della propria Patria. Consapevoli di esserlo.
Se non lo fossero, del resto, non potrebbero raggiungere i posti di comando ai quali aspirano. (E ci sarebbe molto da discutere su come siano arrivati al potere in Italia Mario Monti e Matteo Renzi negli ultimi anni, e su chi abbia tessuto le fila della loro ascesa politica e mediatica, del tutto imprevedibile fino poco tempo prima che si realizzasse).
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Carlo Azeglio Ciampi e Giuliano Amato. Più passano gli anni e più numerosa è la quantità di Italiani che aprono gli occhi e si rendono conto degli irreparabili danni causati da questi due personaggi al nostro Paese.
Proprio poche settimane fa è morto Carlo Azeglio Ciampi.
Pochi sono i politici Italiani che, dall’Unità fino ad oggi, hanno arrecato al Paese così tanti e così gravi danni.
Insieme al compare Andreatta realizzò la separazione tra Banca d’Italia e Tesoro (dando inizio alla truffa del Debito), promosse l’adesione dell’Italia allo SME e poi alla UE. Favorì le speculazioni di Soros dilapidando inutilmente 60 miliardi di dollari di Riserve nell’inutile e dannosa difesa della Lira. A Lira svalutata e Riserve svuotate, insieme all’altro compare Amato, diede avvio alla più grande svendita di Beni dello Stato che tutto l’Occidente abbia mai conosciuto, con privatizzazioni selvagge pilotate a prezzi irrisori.
Ciampi non era uno stupido. Dubitiamo quindi che non sapesse cosa stava facendo, chi favoriva (la Grande Finanza Internazionale) e chi stava contribuendo a derubare (il Popolo Italiano).
Se, all’inizio degli Anni Ottanta, fu una sfortuna per l’Italia che un personaggio come Ciampi si fosse fatto trovare pronto a guidare la Banca d’Italia e a prendere il posto che fu del Governatore Paolo Baffi, oggi è pressoché inevitabile che chiunque venga issato a governare il nostro Paese sia disposto (e in pratica anche obbligato) a farlo per danneggiare gli interessi della Nazione.
Non è una novità e non c’è da stupirsene.
Da molti decenni la situazione dei Paesi del Terzo Mondo è così disastrata perché a guidarli vengono sistematicamente selezionati impostori che contribuiscono volontariamente a spogliarli di ogni ricchezza a favore delle Istituzioni Internazionali: FMI, BM ecc. Chi non è disposto a farlo prima o poi fa una brutta fine, come Gheddafi o rischia di farla, come Assad.
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Di nuovo Eltsin, visibilmente ubriaco, con il padrone Clinton, che ride bonariamente. La Storia è piena di personaggi politici che hanno volutamente tradito il proprio Paese a favore di potenze straniere per riceverne un tornaconto personale o anche per semplice ambizione, sete di potere, stupidità.
Chi abbia vissuto in Russia negli Anni Novanta ha provato sulla propria pelle quali sono i danni che una classe politica di traditori può causare. Nessuno ha dimenticato come Gorbačëv mandò in rovina in pochi anni un Impero, i cui cittadini si ritrovarono dall’oggi al domani a vivere di elemosine e a frugare nei rifiuti. Nessuno ha dimenticato come Eltsin e la sua masnada di “liberali”, “democratici” e “filo-occidentali” depredarono il Paese e lo portarono ad un passo dall’implosione definitiva, prima che Putin lo salvasse miracolosamente e desse avvio alla straordinaria ripresa della Russia.
É una regola matematica e non c’è ragione per cui l’Italia debba sfuggirne. Quando un Paese perde la propria sovranità a governarlo vengono chiamate mezze figure che lavorano per il nuovo padrone e rendono conto quasi esclusivamente a lui.
Illudersi ingenuamente oggi che tali personaggi possano promuovere “riforme” per il bene degli Italiani equivale a pensare che il Maresciallo Rodolfo Graziani, Viceré d’Etiopia e poi Governatore della Libia, lottasse strenuamente per migliorare le condizioni di vita dei locali.
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Truppe coloniali italiane negli Anni Trenta. Adesso siamo noi la colonia, da oltre 70 anni occupata militarmente dallo straniero. Quando una Nazione perde la propria sovranità a governarlo vengono chiamati collaborazionisti in combutta con il nuovo padrone. E per il Popolo non restano che le catene. Le nostre catene oggi sono rappresentate dalla truffa del Debito.
DAGLI AMICI MI GUARDI IDDIO, CHE DAI NEMICI MI GUARDO IO!
Prima di arrivare al fulcro della questione aggiungiamo ancora una considerazione di carattere tanto economico quanto strategico e militare.
Le guerre moderne vengono combattute principalmente per impadronirsi delle risorse naturali dei Paesi attaccati. Così è stato di recente per l’Iraq, per l’Afghanistan, per la Libia e per la Siria.
Esistono però anche guerre che vengono combattute non sul campo di battaglia ma con le armi della diplomazia e della politica, e che hanno comunque finalità pressoché identiche.
L’unica differenza è che non è necessario essere ufficialmente nemici per trovarsi coinvolti in questa seconda tipologia di conflitti.
La Germania, prima di intraprendere la strada della moneta unica, si accordò con la Francia (e con alcuni settori politici italiani deviati) per la distruzione del fortissimo Settore Pubblico Italiano e per il progressivo smantellamento dei distretti industriali Italiani di piccola e media impresa privata, che più di tutti facevano concorrenza all’industria tedesca.
(Nota personale: io lavoro nel settore industriale, e in quello dell’impiantistica in particolare, da 7 anni e posso testimoniare come, anche adesso, dopo molti anni di moneta unica e di politiche scellerate e autolesionistiche, le industrie italiane superstiti riescano ancora a competere e spesso a prevalere su quelle tedesche. Se avessimo ancora la Lira e se avessimo avuto una classe politica fedele, tante aziende tedesche se la passerebbero molto meno bene di quanto facciano ora. E tante aziende italiane se la passerebbero molto meglio.)
Gheddafi, quando la Libia è stata aggredita dalla coalizione a guida USA per essere ridotta ad un cumulo di macerie e spogliata delle sue risorse naturali, ha avuto il torto di non fare trovare un’esercito, una marina e un’aviazione in grado di difenderla.
L’Italia, quando il suo settore pubblico e le sue piccole e medie imprese private sono state attaccate da quelli che avrebbero dovuto essere i nostri partners Europei, ha avuto l’analogo torto di non fare trovare un’esercito di diplomatici e di commis de l’état capaci di proteggerle anche a costo del sacrificio delle proprie carriere.
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Certe immagini non necessitano un commento.
LA DESCRIZIONE DELLE MANSIONI DI UNO SCOUT
Arriviamo finalmente al dunque. L’Italia da anni è governata da politici che non sono oggettivamente in grado di difendere gli interessi del Paese che dovrebbero rappresentare, e che anzi operano quasi sempre sapendo di danneggiarlo.
Ne sono prove recenti la rinuncia passiva del Governo Renzi prima al South Stream e successivamente persino ad una partecipazione al raddoppiamento del North Stream, poi le posizioni assunte dallo stesso Governo Renzi relativamente al Caso Regeni [4], e infine la adesione incondizionata, sempre del Governo Renzi, al famigerato TTIP [5].
In tutti questi casi il Governo Italiano ha lavorato per nuocere agli interessi del Paese e per favorire invece gli interessi di terze parti. E la lista dei casi sospetti potrebbe estendersi ancora a lungo.
Tornando al Referendum, quindi, può darsi che la nostra Costituzione, il Bicameralismo Perfetto, i vari meccanismi di contrappesi tra i Poteri dello Stato e tutte le altre caratteristiche politiche, economiche e sociali del Sistema Italia non siano ideali, e che in alcuni casi siano ormai state superate dai tempi, ma si tratta proprio di quel sistema che ci ha garantito decenni di crescita senza eguali al Mondo.
Proprio quando abbiamo cominciato a demolirlo pezzo per pezzo in nome del liberismo più selvaggio, abbiamo iniziato a stare sempre peggio.
É allora il caso di continuare su questa strada e di delegare i Renzi, le Boschi, i Verdini e gli Alfano di smantellare quel poco che è rimasto?
L’esempio dello sfascio che le Istituzioni Internazionali hanno deliberatamente causato nel laboratorio Grecia non ci ha insegnato proprio niente?
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A proposito di uomini politici che hanno tradito la fiducia dei propri elettori e, arrivati al potere, hanno finito per fare l’esatto opposto di quello che promettevano di fare prima: Alexis Tsipras. La parabola politica del “rottamatore” greco ricorda molto da vicino quella del “rottamatore” italiano: da contestatore del sistema, a puntello di quello stesso sistema.
La verità è che questo Referendum risponde ad una elementare esigenza del Governo Renzi: quella di semplificare le procedure decisionali al fine di lavorare più velocemente per smontare ciò che resta delle Istituzioni Italiane nate nel Dopoguerra [6] e fare anche in Italia quello che i suoi omologhi hanno fatto in Grecia.
Per essere chiari, da 25 anni a questa parte, ogni “riforma”, “semplificazione”, “privatizzazione” e “liberalizzazione” promossa dai nostri politici è servita solo per peggiorare la situazione della gente e per trasferire ricchezze dal Popolo alle Banche, alle Istituzioni Internazionali, e al grande Capitale.
Renzi ha l’incarico di continuare su questa strada. É scritto nella sua descrizione delle mansioni, quella che gli hanno fatto leggere durante i colloqui di assunzione, prima di assegnargli il posto.
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Roberto Benigni nel 2012, ai tempi del programma “La più bella del Mondo” dedicato alla Costituzione Italiana. Con l’avvento al potere di Renzi, Benigni ha cambiato improvvisamente idea sulla Costituzione fino ad arrivare a dire che se non verrà riformata per l’Italia le conseguenze saranno “peggio di quelle del Brexit” (In realtà, per ora, dopo il risultato del Referendum del 23 Giugno scorso, il Regno Unito ha avuto più vantaggi che svantaggi) La coerenza non è certo una delle doti del guitto toscano che, nel suo film “La vita è bella”, pur di aggraziarsi la giuria e vincere l’Oscar, non si fece scrupoli a girare un falso storico clamoroso, facendo arrivare alla fine del film un carro armato americano, invece che sovietico. “Una mascalzonata” la definì Mario Monicelli. E una mascalzonata tira sempre l’altra …
IL TACCHINO
Per concludere – come anticipato in apertura – a prescindere dal risultato del Referendum e a prescindere anche dal futuro politico di Renzi, semplice pedina di giochi molto più grandi di lui, purtroppo il destino dell’Italia pare già tracciato.
Se il nostro non riuscirà nel compito che gli è stato assegnato, verrà semplicemente accantonato senza cerimonie e gettato tra i ferri vecchi della politica Italiana. Al posto che ora è suo, sarà issato l’ennesimo “Uomo Nuovo”, incaricato di portare a termine i lavori.
Detto ciò, sono convinto che votare abbia sempre un senso anche nelle situazioni più compromesse: finché c’è vita c’è speranza. Il clamoroso risultato nel referendum inglese per il Brexit dovrebbe insegnare che non è mai detta l’ultima parola.
E, in ogni caso, non è certo nostro compito facilitare il lavoro a coloro che ci stanno ingannando e impoverendo da anni, e fare la figura del tacchino che apparecchia la tavola in preparazione del Giorno del Ringraziamento.
Note:
[1] Dopo avere avuto alcuni problemi con Gerhard Schröder, gli USA hanno trovato nella remissiva e opaca Angela Merkel il collaboratore ideale, come argomentato nel precedente articolo a lei dedicato:  http://sakeritalia.it/europa/angela-merkel-passera-alla-storia/
[2] In questa Europa, sotto la stretta tutela Americana e a guida Tedesca, vanno considerati anche gli spazi di autonomia che storicamente devono essere riservati a Francia e Regno Unito, nonché lo sfrenato e spesso caotico dinamismo politico dei nuovi membri dell’Est, veri e propri Protettorati Americani. L’Italia dunque è completamente fuori dai giochi che contano, mentre l’Europa stessa, cosм male strutturata, non ha la mimima possibilitа di trovare una reale unitа di intenti politica.
[3] Il canto del cigno di quell’Italia che aveva un ruolo ancora parzialmente autonomo e attivo in ambito internazionale puт essere fatto coincidere con la straordinaria azione diplomatica del Rappresentante Italiano al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Francesco Paolo Fulci, che negli Anni Novanta si oppose a più riprese e con successo al disegno di riformare l’ONU assegnando un seggio fisso anche a Germania, Giappone, India e Brasile.
[4] Pur sapendo che Giulio Regeni si era recato in Egitto per conto dei Servizi Segreti Inglesi, e che era in Inghilterra che andava cercata la veritа (infatti, a seguito delle timide richieste degli inquirenti italiani, le autoritа inglesi risposero segretando tutti i documenti e la corrispondenza di Giulio Regeni e rifiutando di condividerli con l’ “alleato” Italiano. Alla controparte Italiana fu persino impedito di consultare lo studio di Regeni presso l’Universitа di Cambridge, i cui docenti risposero alle richieste italiane con il più omertoso dei silenzi) il Governo Renzi si prestò autolesionisticamente al gioco di rovinare gli storici rapporti con l’Egitto a tutto vantaggio dei veri registi dell’operazione: Inghilterra, Usa e Francia infatti subentrarono immediatamente alla sprovveduta Italia in svariati contratti di grande valore con lo stesso Egitto.
[5] Addirittura quando Francia e Germania riuscirono a fare saltare il TTIP (dopo una lunga estate di attentati di matrice assai sospetta, proprio in quei Paesi), l’Italia di Renzi si accodò vergognosamente ad una cordata di 11 Paesi Europei satelliti degli USA (principalmente i nuovi membri dell’Est Europa) che proponevano di riprendere immediatamente i negoziati a favore del Trattato.
[6] Molto singolare che la Riforma della Costituzione Renzi-Boschi accolga in pieno i “suggerimenti” della Banca d’Affari Jp Morgan che, tramite i suoi consulenti, definì la Costituzione Italiana “Troppo Socialista, perché garantisce i diritti dei lavoratori e contempla meccanismi contro i cambiamenti dello status quo politico.” Non a caso prima l’ambasciatore Americano in Italia e poi addirittura lo stesso Obama, si sono espressi per il SМ al Referendum, con la consueta intollerabile ingerenza nei nostri affari interni… Senza dimenticare il famoso aricolo di George Soros sul Corriere della Sera del 19 Luglio scorso in cui il noto speculatore, oltre ad augurarsi un aumento del flusso di migranti verso l’Europa, si pronunciava a favore del SI nel Referendum Costituzionale Italiano.
***** Articolo di Cesare Corda per SakerItalia.it

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