martedì 16 maggio 2017

Sul Fatto del 16 maggio. Renzi chiamò babbo Tiziano: “Non ti credo, non dire bugie”

Sul Fatto del 16 maggio. Renzi a babbo Tiziano: “Non ti credo, non dire bugie”


Consip

La telefonata. Renzi chiamò papà Tiziano: “Non dire bugie, non ti credo”

L’inchiesta – Nel libro di Marco Lillo, l’intercettazione sulla cena tra il padre dell’ex premier e l’imprenditore Romeo. E il genitore replica: “Al ristorante mai, al bar non ricordo”
di   -  Fatto Quotidiano
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PS: Credo non servano altri commenti.
umberto marabese
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Edoardo Izzo  -  La Stampa

Matteo Renzi, alla vigilia dell’interrogatorio sul caso Consip, chiese al padre Tiziano di dire tutta la verità ai magistrati. Nella telefonata del 2 marzo scorso, fatta alle 9.45 Matteo dice al padre: «Devi dire nomi e cognomi» ai magistrati, chiedendo poi esplicitamente: «È vero che hai fatto una cena con Romeo?». La telefonata è riportata nel libro del giornalista Marco Lillo — «Di padre in figlio» — riportato oggi dal «Fatto quotidiano», nel quale viene spiegato il contenuto di una telefonata che sarebbe avvenuta tra l’allora ex presidente del Consiglio e segretario uscente del Partito democratico e suo padre...


Nel corso della telefonata, Matteo Renzi avrebbe fatto riferimento all’inchiesta nella quale suo padre è implicato: «un presunto caso di corruzione, traffico illecito di influenze e soffiate istituzionali», scrive Lillo, «in cui sono coinvolti un imprenditore napoletano, Alfredo Romeo; alcuni dirigenti della Consip che si occupa di gran parte degli acquisti della Pubblica amministrazione», Tiziano Renzi e Luca Lotti. 

Nel corso della telefonata, secondo quanto riportato da Lillo, Renzi avrebbe chiesto conto al padre di un incontro con Romeo «nel periodo in cui l’ amico Carlo Russo contrattava un pagamento di 30 mila euro al mese per Tiziano con lo stesso Romeo». L’ex premier sa, scrive Lillo, «che rischia di essere intercettato». Ma fa trasparire ugualmente quella che il «Fatto» definisce la «sfiducia» nei confronti del padre. 

La risposta di Tiziano Renzi, riportata dai carabinieri del Noe (ai quali la procura di Roma ha tolto le indagini) nel brogliaccio dell’intercettazione ottenuta da Lillo, è «sibillina: Tiziano dice di no e che a cena non è mai andato, ma se lo ha incontrato in un bar non lo ricorda». «Non me lo ricordo», aggiunge il padre di Renzi, per poi aggiungere «l’unico può essere stato...». Nel seguito della conversazione, Tiziano Renzi allude a a un incontro avvenuto al Four Seasons con esponenti del mondo delle imprese ai tempi delle primarie di fine 2012. 

«Devi immaginarti cosa può pensare il magistrato: non è credibile che non ricordi di avere incontrato uno come Romeo, noto a tutti e legato a Rutelli e Bocchino», avrebbe detto l’ex premier al padre secondo quanto riportato. «Se non me lo ricordo non posso farci nulla», spiega il padre di Renzi. L’ex premier a quel punto, prima di chiudere la telefonata, torna a dire al padre di «dire la verità, in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca (Lotti) e non farmi aggiungere altro. Devi dire se hai incontrato Romeo una o più volte e riferire tutto quello che vi siete detti». «Andrai a processo, ci vorranno tre anni, e io lascerò le primarie», avrebbe detto Matteo a papà Tiziano. 

«È tutto assolutamente in linea con la nostra difesa. Sono cose che abbiamo spiegato ai pm, sono stato io stesso prima dell’interrogatorio a fare pressione sia su Matteo sia su suo padre affinché dicesse tutto. E Tiziano Renzi ai magistrati ha detto tutto. Nessun incontro con Alfredo Romeo, ma se poi sei abituato che ad ogni evento pubblico quando arrivi ci sono 5000 persone a cui stringi la mano ci vuole un po’ più di tempo a mettere a fuoco», questo il commento dell’avvocato Federico Bagattini, legale di Tiziano Renzi.--- 


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